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Il libro raccoglie riflessioni ed esperienze di ricerca e intervento nel campo della pianificazione urbanistico-territoriale, condotte nel corso degli anni in Palestina. Le cinque diverse occasioni di studio e progettazione (di processi e/o strumenti di pianificazione) muovono da un interesse di ricerca che considera lo spazio, la pianificazione e il governo del territorio come parte essenziale del conflitto israelo-palestinese. E, pertanto, come una dimensione cruciale per poter riposizionare e provare, in qualche modo, a trattare questo conflitto che molti ritengono insolubile. In questo quadro, come è stato fatto osservare, appare significativo il ruolo che possono giocare la pianificazione del territorio e, soprattutto, i planner. Ma, rispetto a un più consueto ambito di riflessione teorica, per sostenere e argomentare questa convinzione - che sta, evidentemente, sullo sfondo - il testo offre elementi descrittivo-interpretativi e di intervento ancorati alla specificità delle diverse occasioni progettuali. L'obiettivo è, infatti, quello di raccontare il lavoro "nei progetti" come produttori di conoscenza, provando a porre in rilievo le questioni che mettono in gioco le debolezze e le competenze dei planner (internazionali e locali) chiamati a operare in un territorio di conflitto.